Studio della Bocconi: il modello dev’essere il cloud nazionale per i dati della PA
PNRRServe una semplificazione delle gare d’appalto in modalità pubblico-privata, per cui, come già accade oggi, la fase progettuale potrà essere affidata ad un’azienda dotata di specifica esperienza, e la gara pubblica organizzata sul progetto risultante, con una premialità specifica, ma non esclusiva, per l’azienda proponente. Diversi progetti di rilevanza nazionale (per esempio il cloud nazionale per i dati della PA) sono già stati realizzati con questa modalità, che andrebbe replicata sui territori.
Si tratta di uno degli spunti che emergono dal primo bilancio sul PNRR tracciato, a diciotto mesi dall’avvio e con circa 100 miliardi di euro già assegnati tramite procedura competitiva ai cosiddetti “soggetti attuatori” (Ministeri, enti locali o aziende statali), dal Bocconi PNRR Lab, nato in partnership tra SDA Bocconi e M&M-Idee per un Paese migliore.
Piccoli enti
Secondo lo studio, il deficit di capacità tecnica nelle amministrazioni locali va colmato per consentire le procedure ad evidenza pubblica legate agli investimenti PNRR, idem la piattaforma ReGiS, coordinando le risorse con la nuova linea di finanziamento dei fondi strutturali europei di Capacità per la coesione (dotata di oltre un miliardo di euro, e recentemente approvata nell’ambito del nuovo Accordo di Partenariato 2021-27).
Procedimenti da centralizzare
E ancora, i tempi sul percorso amministrativo tra diverse amministrazioni in funzione delle diverse capacità organizzative risultano in media più lunghi e non compatibili con l’attuazione effettiva di quanto previsto dal PNRR. A questo riguardo, sarebbe opportuna, secondo lo studio, la costituzione di una Cabina di Regia tecnica a livello nazionale che dovrà essere responsabile del monitoraggio dei tempi dei procedimenti, identificando con cadenza periodica criticità che potranno essere risolte grazie agli strumenti già attivati dal PNRR (task force di esperti, semplificazioni, uso di poteri sostitutivi). L’aver individuato in una figura politica unica di livello ministeriale le responsabilità di attuazione del PNRR è un passo in questa direzione.
Destinazione delle spese
Infine, è importante verificare se le spese previste nel PNRR per una data finalità (ad esempio ambientale o di sviluppo di capitale umano) si stiano effettivamente indirizzando ai territori/beneficiari che presentano le maggiori necessità, mentre occorre ulteriormente verificare che le riforme previste dal Piano vengano implementate stimolando in maniera efficiente gli assi di competitività (produttività, giustizia, PA, capitale umano, ecc.), chiave per la crescita economica.
Lo stato del Piano
Al momento, i dati aggiornati del NADEF (la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) dicono che, a fronte di circa 29,4 miliardi da spendere nel 2022, ne saranno erogati circa 15, oltre ai 6 del 2021. Si tratta di valori stimati, mentre si va finalizzando il caricamento dei dati di spesa sul sistema ReGiS, il portale con cui le strutture coinvolte nell’attuazione del PNRR adempiono agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo.
Entro fine anno sarà possibile capire se nel 2023 gli investimenti arriveranno alla cifra prevista di 40,9 miliardi.
La Posta del Sindaco
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